mercoledì 15 aprile 2015

Sportello di Counseling. Un esempio di welfare aziendale evoluto.

Articolo pubblicato in HR online

 “Il silenzio di Cooper era quello di chi ha una domanda che gli urla dentro e ha paura anche solo a sussurrarla.” Con questa citazione da Giorgio Faletti, Annalisa, descrive il senso del suo percorso di Counseling. “Una lanterna” lo descrive qualcun altro “Un viaggio introspettivo, dove il protagonista impara a guardare se stesso da un punto di vista esterno”, o ancora “Come trasformarsi da pecorella smarrita a leone”.
Ma di cosa stiamo esattamente parlando?
“Abbiamo deciso di attivare un servizio di Sportello Counseling” racconta Alessia Canfarini, Managing Director di Zeta Service, un’azienda da sempre attenta al benessere e allo sviluppo delle sue persone “a valle di un percorso formativo di self-empowerment. Le persone, stimolate ad ampliare le proprie potenzialità, avevano preso molto sul serio questo compito e continuavano a chiederci di poter approfondire il tema, di potersi allenare. Così abbiamo dato il via a questo servizio che permette di avviare un percorso di Counseling individuale: ogni dipendente può utilizzarlo, con la libertà di scegliere il suo obiettivo personale – non definito quindi come in altri percorsi a livello aziendale – e con la certezza di un’assoluta riservatezza.”


L’altro elemento innovativo è l’aspetto economico: “Ogni dipendente contribuisce con una partecipazione minima al pagamento della tariffa, assumendosi in questo modo la responsabilità in prima persona della propria crescita personale.” racconta Paola Caccia Dominioni, Responsabile HR, “Nello stesso tempo ha la possibilità di poter usufruire di un servizio di cui non sempre è a conoscenza o si potrebbe permettere”.
Così a giugno del 2014 il servizio viene lanciato: “il Counseling” si può leggere nell’intranet aziendale “ è un processo di apprendimento che stimola la persona a riappropriarsi delle sue potenzialità, andando ad affrontare le credenze bloccanti e a diventare sempre più consapevole delle sue risorse”. In linea con gli stimoli del percorso di gruppo di self-empowerment già avviato, “il Counseling individuale aiuta a riconoscere e sviluppare le risorse personali sopite, a uscire da comportamenti automatici non più funzionali così da sviluppare la propria potenza nell'agire e nell'esistere”.
Da allora 18 persone hanno già concluso il loro percorso di 4 o 5 incontri a seconda delle necessità. Senza entrare nel dettaglio dei singoli obiettivi - per non venir meno alla riservatezza dovuta - possiamo dire che il filo conduttore di ognuno di questi percorsi è stato la possibilità di ampliare la propria incisività nel gruppo di lavoro esplorando e superando vincoli personali che per la maggior parte erano auto definiti. Saper esprimere la propria opinione, proporre il proprio contributo in modo incisivo, affrontare in modo sereno e fattivo le relazioni conflittuali, gestire momenti di forte stress, avere una visione più complessa e più ricca della realtà, prendersi carico del proprio benessere per lavorare meglio, fare il punto sul proprio percorso professionale, sono questi i temi che ritornavano negli incontri. E con una costante che al termine di ogni percorso veniva sempre sottolineata: lo stretto legame fra emancipazione personale, motivazione al lavoro e clima in generale.
“E’ stato molto utile, una persona che sente un disagio porta il proprio disagio anche in ufficio e questo si ripercuote sia sul proprio lavoro sia su quello degli altri.”
 “E’ stata la possibilità di guardarmi dentro, di analizzare le situazioni che mi creano difficoltà e di trovare le strategie per superarle: un obiettivo importante per il mio lavoro e per la vita in generale.”
“Ora riesco ad avere una visione più ampia delle situazioni che accadono, ho acquisito una visione globale delle situazioni in cui sono coinvolto, riesco a essere più lucido nella valutazione del problema.”
“E’ stato un percorso introspettivo che ha aiutato a conoscere limiti e blocchi e a superarli, può aiutare ad accrescere la propria autostima.”
“Molto utile per aiutare i dipendenti a relazionarsi con i colleghi e per creare un ambiente di lavoro più sereno.”
“Mi sono resa conto di gestire meglio lo stress, di fermarmi a pensare di più, di essere più lucida per non farmi prendere dal panico.”
“Mi ha sicuramente permesso di arrivare con maggior autenticità all’identificazione dei miei valori personali, bypassando la desiderabilità sociale.”
Tutte le persone coinvolte nel progetto ritengono che attivare questa iniziativa sarebbe molto utile in tutte le aziende a patto però della non obbligatorietà e della terzietà del counselor:
“Un supporto esterno e imparziale può aiutare chi come me ha necessità di un confronto non viziato dalle relazioni che inevitabilmente si creano e che possono comunque condizionare un dialogo.”
“Ogni azienda dovrebbe proporre questo servizio, sia per quanto riguarda gli incontri di gruppo che quelli individuali. Sono momenti di conoscenza, collaborazione e crescita, applicabili sia alla vita professionale che a quella personale.”
“Lo suggerirei senza nessun obbligo; è giusto che ogni persona valuti il proprio interesse, dev’essere fatto se davvero si sente il bisogno.”
Annalisa – ovviamente un nome fittizio – la persona con la cui citazione abbiamo iniziato l’articolo, conclude la sua descrizione del percorso di Counseling in questo modo: “Ho già provato a descriverlo ma non ci sono riuscita J. È un po’ come il percorso che ho seguito per smettere di fumare, non so come però ho smesso.” E riprendendo la citazione di Faletti: “Non voglio rovinarla con mille parole, ad ogni modo i miei silenzi pian piano svaniscono perché riesco a esprimere il mio pensiero. Non urlo più dentro, ora posso parlare fuori!”

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