lunedì 2 febbraio 2009

Tai chi chuan per lo sviluppo personale










Intervista di Giulia D'Agostino su http://www.pnlpratica.com/blog/intervista-con-luciana-zanon/

GDA: Ciao Luciana, volevo iniziare questa chiacchierata chiedendoti quale tecnica di PNL trovi particolarmente efficace e/o hai usato con maggiore frequenza.
LZ: Senza alcun dubbio, la tecnica che utilizzo di più e che trovo davvero formidabile è il metamodello. Per chi si occupa di coaching penso che sia quasi d’obbligo conoscerla.
Con il meta modello, attraverso le giuste domande e l’ascolto, si riesce ad individuare la struttura del pensiero che si nasconde dietro ad affermazioni che possono apparire ragionevoli se non presti la dovuta attenzione. Non solo, il coachee, proprio grazie al metamodello, riesce a capire meglio il suo problema, a ridimensionarlo o a vederlo da una diversa prospettiva. Può riuscire quindi ad uscire da quella genericità e pervasività che spesso impedisce alle persone di attuare dei cambiamenti nel proprio modo di affrontare il mondo.
GDA: Quali sono i casi o le richieste più frequenti che ritrovi nella tua attività di coaching?
LZ: Io lavoro principalmente nel settore business, sia all’interno delle aziende che con clienti privati. È chiaro quindi che i bisogni che più spesso incontro sono legati alle competenze manageriali. Negli ultimi anni, tuttavia, mi sembra che due temi siano particolarmente “esplosi” : la gestione di situazioni conflittuali (che spesso vengono trattati all’interno di un team coaching) e la gestione dello stress.
GDA: Luciana secondo te quali sono le qualità più importanti in un coach?
LZ: La prima qualità è sicuramente di non aver bisogno del ruolo di coach per dar lustro alla propria persona. Sembrerà una banalità ma credo che la prima qualità sia proprio quella di essere centrati sul cliente, piuttosto che su di sé. Subito dopo arriva la capacità di essere degli ascoltatori sottili, di capire i bisogni che all’altro ancora non sono chiari e soprattutto di non confonderli con i propri. La terza qualità direi è quella di essere molto realisti, capaci cioè di definire degli obiettivi chiari, sfidanti ma raggiungibili, e che soprattutto migliorino la qualità della vita del coachee.
GDA: So che ultimamente ti stai dedicando a seminari nei quali affronti il tema della gestione dello stress attraverso esercizi di Tai Chi, puoi parlarcene? In cosa consistono?
Si, certo. Questi seminari affrontano il tema dello stress da diversi punti di vista: cognitivo (cos’è lo stress, cosa lo produce), mentale (quali sono i pensieri che ci mettono in situazioni di stress, le coazioni a ripetere che ognuno di noi ha e che contro ogni logica di benessere ci costringono in circuiti stressanti) e fisico. Come ben sappiamo lo stress ha sempre delle conseguenze fisiche: dalla semplice tensione alle malattie molto gravi ad esempio legate al sistema cardiologico. Parlare di stress senza tener conto del proprio corpo sarebbe riduttivo. E dunque un punto topico di questi seminari è quello di imparare a considerare il corpo come una fonte di informazioni preziosa, come uno strumento di conoscenza di sé e come una possibilità per migliorare il proprio benessere.
Attraverso il Tai Chi Chuan, abbiamo la possibilità di sviluppare i primi rudimenti di conoscenza e di percezione del proprio corpo.
Il primo step è quello di attivare delle tecniche che permettano di individuare le tensioni presenti in quel momento. Già questi semplici esercizi suscitano molto stupore: quando mai troviamo il tempo di fermarci per ascoltare le nostre spalle, le gambe oppure la schiena?
E quando abbiamo individuato le tensioni, si impara a trovare il modo di scioglierle e di lasciare nuovamente scorrere l’energia vitale o Chi, evitando così che in quella zona si sviluppi la malattia, come la medicina cinese insegna.
Un momento topico è legato alla posizione base del Tai Chi, dietro alla quale possiamo riconoscere uno dei capisaldi della filosofia di questa arte marziale: se vuoi affrontare e sconfiggere il tuo nemico (se vuoi affrontare e superare i momenti di stress) devi avere i piedi ben piantati per terra e la testa collegata con l’universo: solo così potrai avere solidità ed ispirazione. È così impariamo a percepire i nostri piedi, a renderli parte di noi e soprattutto ad ancorarli saldamente al terreno, per poi far scivolare il peso delle nostre preoccupazioni dalle spalle, giù fino ai piedi per scaricarli infine a terra.
Un altro caposaldo è imparare la respirazione profonda. Per i cinesi antichi la fonte dell’energia era localizzata nel nostro basso ventre (Tan Thien) e quindi se vogliamo riattivarla per essere più forti nell’affrontare il nemico dobbiamo imparare ad andarla a prendere attraverso il respiro. Imparare a respirare profondamente da dei benefici immediati: rilassa e nello stesso tempo rinvigorisce, rallenta il battito cardiaco e aumenta la capacità di focalizzazione. Inutile sottolineare i riflessi di questi benefici nelle gestione dello stress come nella vita di tutti i giorni. C’è un proverbio cinese che dice che ognuno di noi viene al mondo con un certo numero di respiri a propria disposizione, finiti i quali, kaput…finisce anche la nostra vita. E dunque se vogliamo vivere più a lungo non ci rimane che economizzare i nostri respiri e il solo modo per farlo è respirare profondamente.
Ed infine, un’altra grande qualità del guerriero di Tai Chi è la flessibilità: se vuoi vincere non ti devi opporre al nemico ma utilizzare la sua forza e ributtargliela contro. Pensiamo a tutte le situazioni conflittuali che ci affliggono e che sono una delle fonti maggiori di stress. Il Tai Chi insegna a non opporsi ma ad essere flessibili e rimandare indietro l’energia dell’avversario. Ci sono degli esercizi particolari, che si chiamano Tui Shou dove ci si esercita proprio in questa flessibilità. Ormai è accettato anche dalla medicina occidentale che lo stato mentale influenza lo stato fisico. Ma è vero anche il contrario, una certa posizione fisica influenza il nostro stato mentale: se imparo ad essere flessibile (e vincitore) di fronte ad un attacco fisico lo sarò anche di fronte a qualsiasi altro attacco.
Del resto anche la PNL considera il legame fra corpo e mente come uno degli elementi fondamentali della comunicazione e della terapia, infatti Erickson fra i suoi strumenti per entrare in relazione con i suoi pazienti utilizzava il rispecchiamento.
GDA: Davvero molto interessante questo accostamento con il Tai Chi. Un’ultima domanda, come pensi evolverà il coaching in Italia in questo momento di crisi che stiamo vivendo, pensi che le aziende percepiscano la necessità di affidarsi a questo tipo di figure professionali?
LZ: Penso che il coaching si svilupperà sempre di più e non solo nelle aziende. Credo che questo sia particolarmente vero nei momenti di crisi come quello che stiamo vedendo (per leggere un articolo su questo argomenti scritto da Luciana Zanon per 7th floor: http://www.7thfloor.it/2008/12/12/corsi-di-pnl-formazione-coaching-aula-videocorsi-in-dvd-e-nuovi-ebooks/). Alcune aziende, le più evolute, investono sul coaching e su tutti gli strumenti che possono aiutare gli individui ad affrontare la complessità. Quelle invece che non investono e si dimostrano cieche di fronte alle sfide, pensando di poter superare questi momenti con i soliti strumenti, forse non sopravviveranno. Continua a leggere!