lunedì 24 dicembre 2007

spirituality on business



Guardare al business da un punto di vista diverso.
Intervista a Beppe Robiati e Daniel Truran (al centro nella foto)


Prova a chiederti per un momento quali sono i leader del mondo che piú ammiri e rispetti. Ogni volta che pongo questa domanda in business schools, imprese e multinazionali, dirigenti e dipendenti mettono sempre ai primi posti personaggi come Gandhi, Martin Luther King, Madre Teresa di Calcutta, Nelson Mandela. Quasi nessun uomo o donna di affari menziona Bill Gates, Warren Buffett o Carly Fiorina.
Inizia così l’incontro su spiritualità e impresa con Daniel Truran e Beppe Robiati, due infaticabili globe trotter di EBBF, un’organizzazione mondiale che coniuga etica e businness.
Se per un momento - continua Daniel - ci soffermiamo sul loro successo, su ció che animava la loro passione e la loro capacitá di muovere le masse, troviamo alla base di tutte le loro convinzioni una forte spiritualitá. Il fatto che spesso vengano citate queste persone come leader ideali, mi fa pensare che sì, si lotta per gli affari, ma in fondo quello che é veramente importante ed ha valore sono altre qualitá, molto piú spirituali.
Luciana: Certo parlare di spiritualità nelle aziende ci vuole coraggio…, Beppe tu che sei amministratore delegato di un’importante società come la vedi?
Beppe: In Italia e in genere nel mondo, quando si parla di spiritualita’ si tende a pensare alla chiesa, alla messa, a cose rituali legate ad un concetto ormai obsoleto di religione. Per EBBF, che si ispira ai principi della fede Baha’i, spiritualità è uguale ad amore in azione. Pensa un po’ -dice ridendo- se ci vuole coraggio a parlare di spiritualità in azienda quanto che ne vuole per parlare di amore! Spiritualità per noi è un concetto molto pratico: management non è solo gestione di processi ma è servizio alla struttura e alle persone. La crescita spirituale non è uno sterile esercizio ascetico, né un processo di narcisistico autocompiacimento. È una strada che punta direttamente, attraverso il servizio, al progresso dell’umanità: in questo senso appartiene a tutti gli esseri umani e anche chi non aderisce a nessuna comunità religiosa.
D. Quello che dici Beppe, mi fa venire in mente le parole di Nelson Mandela: “Religion is one of the most important forces in the world. Whether you are a Christian, a Muslim, a Buddhist, a Jew, or a Hindu, religion is a great force, and it can help one have command of one’s own morality, one’s own behavior, and one’s own attitude”.L. Vista l’occasione vorrei fare l’avvocato del diavolo: ma perché mai un’azienda dovrebbe interessarsi di spiritualità? Voi state parlando di bisogni individuali, ma le imprese sono orientate al profitto non al benessere delle persone…
D. Ebbene risponderò come si conviene ad un avvocato -dice ridendo- esistono due forti pressioni che incoraggiano l’attenzione agli aspetti spirituali: da un lato le aziende si rendono conto che per motivare il proprio staff hanno bisogno di creare nuovi stimoli, nuove forze interiori. Dall’altro il crescente distacco fra valori e prioritá interiori e quello che invece si trova al lavoro. Questa dissonanza sta portando a veri e propri crolli aziendali: stress, aumento delle persone che prendono un anno sabbatico, aumento del burn out, persone che a trent’anni non trovano piú l’energia per continuare nella crescente competitivitá senza senso delle imprese. La domanda che le persone si fanno è: ma perché devo andare in ufficio il lunedí mattina?
Ambedue queste forze portano dipendenti e dirigenti a cercare un collegamento, un ponte che riporti equilibrio fra la propria spiritualitá e l’ufficio.
B. Ecco, in questo senso amore in azione non vuol dire palparsi le persone che lavorano con te, non significa essere buoni a tutti i costi, ma significa mettere le persone in condizione di sviluppare i loro talenti e valori per poter essere felici.
D. Le aziende di sicuro successo sono quelle che riescono a far emergere i valori piú profondi delle persone, a permetterne l’uso quotidiano (nel rispetto del credo di ciascun individuo) nelle relazioni con clienti, colleghi e fornitori.
L. E’ vero lo scollamento fra aspirazioni individuali e sfide aziendali a volte è davvero drammatico. Come difesa le persone si dicono -ok, qui faccio quello che mi chiedi ma quello che realmente mi interessa sta fuori di qui-. Ovvio che questo alla lunga genera frustrazione…ma c’è qualche esempio di azienda che considera seriamente la spiritualità come componente della propria strategia?
D. Un buon esempio può essere la ANZ Bank. Pensa, proprio una banca, forse la più conservatrice fra tutte le imprese. In un momento di profonda crisi finanziaria il loro CEO ha deciso di intraprendere una nuova strada per motivare le persone. Oltre 32,000 dipendenti sparsi in 40 nazioni hanno preso parte ad un “progetto di break out e trasformazione” mirato alla focalizzazione sui propri valori. Questo ha portato ad un miglioramento incredibile nella soddisfazione dei dipendenti. La fiducia degli stakeholders della banca è aumentata e i risultati finanziari da allora sono stati straordinariamente positivi. Oggi in ogni quartier generale della ANZ Bank esiste una sala di meditazione dove i dipendenti possono entrare per sviluppare gli esercizi spirituali che hanno appreso durante il corso di trasformazione.
L. Ok, l’attenzione ai valori personali dei dipendenti testimonia un’evoluzione dell’impresa. Ma a livello del top management quali sono le esperienze? Tante volte la percezione è che si facciano grandi dichiarazioni sui valori alle convention ma che poi, nella vita di tutti i giorni, i comportamenti siano completamente diversi…
D. …e questo non fa che aumentare lo scoraggiamento nelle persone! In Europa esistono organizzazioni che creano dei circoli in cui amministratori delegati e dirigenti si consultano con una guida spirituale per trovare un’ispirazione positiva approfondendo i loro valori. Questo per riallineare i loro stessi comportamenti e i processi decisionali. Chi sta ai vertici di un’azienda è spesso sottoposto a pressioni incredibili, anche a livello morale. Avere un luogo dove potersi confrontare sui propri dilemmi etici è fondamentale per il benessere dell’individuo e per la moralità dell’azienda.
L. Beppe, per concludere, quale messaggio ti piacerebbe inviare ai lettori di 7th floor?
B. Alcune parole di Bahá’u'lláh che a me hanno sempre dato coraggio: a livello di gruppo, il rispetto della giustizia è l’indispensabile bussola del processo decisionale collettivo, perché essa è l’unico mezzo per conseguire l’unità di pensiero e di azione.
Per saperne di più:
EBBF è il forum internazionale di manager e imprenditori che individua nell’applicazione di principi etici Baha’i e nella piena valorizzazione del patrimonio umano i fattori fondamentali del successo delle imprese. Presente nei cinque continenti, formata da uomini e donne con cultura e professionalità eterogenee, convinti dell’importanza di applicare forti principi morali alle attività imprenditoriali e commerciali.http://www.ebbf.it/
Beppe Robiati nato ad Asmara, ha trascorso la sua gioventù in Etiopia. Vive a Milano con la moglie persiana. E’ padre di due figli che vivono in Namibia e USA. Presidente di EBBF Italia, ingegnere, A.D. di un gruppo industriale. http://www.bepperobiati.it/
Daniel Truran nato in inghilterra, cresciuto in Italia, vive Madrid con la moglie spagnola e i loro tre bambini. Ha come certezza di base quella di essere perlomeno europeo.Segretario Generale di EBBF. Si è occupato di marketing e di logistica.http://www.ebbf.org/
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